Il Liceti a Lampedusa per la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza

Welcome Europe.

La “Giornata della Memoria e dell’accoglienza” si celebra ogni anno per commemorare le 368 persone che, in un tragico naufragio al largo delle coste di Lampedusa, hanno perso la vita nella notte del 3 Ottobre 2013.

Il Comitato 3 Ottobre (www.comitatotreottobre.it) si ispira a questa data simbolica non soltanto per onorare le vittime di quel naufragio, ma per ricordare le migliaia di persone che continuano a morire annegate nel Mar Mediterraneo o restano bloccate ai confini orientali dell’Europa.

Lampedusa, oltre a essere luogo di commemorazione, da allora è il centro di un progetto a cadenza annuale per sviluppare una cultura di solidarietà, accoglienza e dialogo, fondata sul pieno e consapevole rispetto dei diritti umani.

Grazie all’esperienza di Storie Sconfinate 2022, il Comitato 3 Ottobre ha invitato il Liceti a presenziare al progetto Welcome Europe, dal 30 settembre al 3 ottobre, per vivere quattro giorni intensi e indimenticabili nella meravigliosa cornice dell’isola siciliana.

E così, Veronica Fucci e Viola Strigini, entrambe frequentanti la 4GCAT (corso geometri), accompagnate dal prof. Francesco Robbiano, hanno avuto modo di partecipare a qualcosa che non dimenticheranno mai.

Quest’anno oltre 350 tra studenti e professori di 11 paesi europei, 70 volontari, 27 organizzazioni e istituzioni e decine di ospiti si sono incontrati per il più grande evento europeo sulle migrazioni dedicato alle scuole.

La varietà e la ricchezza dei workshop e dei seminari sarebbe già sufficiente per ricordare questa esperienza come particolarmente ricca e formativa. Abbiamo infatti avuto modo di partecipare a laboratori su accoglienza, salvataggio in mare, razzismo nei media e nella fotografia, frontiere, diritto alla cittadinanza, riflessioni sui discorsi d’odio, accoglienza a doppio standard, diritto alla casa, statistiche sulle migrazioni e tanto altro. 

C’è stato modo di fare domande, esprimere opinioni e partecipare attivamente ai lavori proposti dai formatori di ONG, agenzie ONU e altre organizzazioni impegnate sui temi delle migrazioni.

Il programma ha previsto anche momenti di condivisione, teatrale e musicale, in cui abbiamo percepito ed espresso una grande energia collettiva.

I momenti più intensi ed emozionanti, però, li abbiamo vissuti durante l’incontro con le persone sopravvissute al naufragio, i parenti delle vittime e i pescatori Vito Fiorino e Costantino Baratta, che hanno salvato diverse vite umane in quella tragica notte. Ascoltare il  dramma del Mediterraneo raccontato da chi lo ha vissuto sulla propria pelle, senza intermediazioni, è stato toccante, difficile ed emozionante; fondamentale per capire cosa significa davvero migrare per tante persone.

Le parole di Veronica Fucci:

"Ma davvero vai a Lampedusa?"

Alcune persone ritengono questo posto un simbolo di disagio: insignificante e terra di nessuno. Invece, grazie a questa iniziativa meravigliosa, ho potuto capire ciò che c'è veramente dietro alle scelte delle persone che migrano, le quali non vengono quasi mai ascoltate, ma ignorate o giudicate. Questi giorni vissuti sono stati tanto intensi e impegnativi quanto commoventi e significativi nel profondo per le storie ascoltate dei sopravvissuti. Questa esperienza mi ha cambiato dentro e sarebbe bello che più persone venissero a conoscenza di tutto ciò che non viene mai raccontato o troppo spesso nascosto.

Le parole di Viola Strigini :

Le attività che ho svolto a Lampedusa sono state molto intense ed emozionanti. Purtroppo i momenti in cui si affrontano temi così importanti come l’immigrazione sono pochi. Ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti in prima persona senza maschere è stata davvero dura. Incontrare persone che vengono private del diritto della libertà fin dalla nascita solo per la nazionalità o la religione, ascoltare le parole con cui esprimono il dolore provato nel perdere persone a loro care è davvero un’emozione forte e significativa.

Quando ho ascoltato le storie dei superstiti ho davvero dubitato del genere umano, per quanto le persone possano essere ingiuste.

Durante la permanenza sull’isola abbiamo svolto molte attività. Una di queste è stata un'escursione nel punto esatto in cui, il 3 ottobre 2013, 368 persone hanno perso la vita in un naufragio. Quando eravamo sull’imbarcazione, già abbastanza lontani dalla costa di Lampedusa, ho provato un'emozione molto forte. Ansia, paura e vulnerabilità, pur essendo su un'imbarcazione sicura. In quel momento mi sono resa conto soltanto lontanamente della paura che possono aver provato quelle persone. Il loro viaggio si è svolto di notte senza vestiti, documenti di identità, acqua e cibo; non avevano niente se non la speranza.

Un momento molto toccante è stato quello delle interviste ai sopravvissuti. Mi ha commosso e colpito l'intervento di Vito Fiorino. Oggi è anche grazie a lui se possiamo sentire questi racconti. Quando ha raccontato quello che è accaduto nella notte del naufragio, quando ha soccorso e tratto in salvo un naufrago, sono rimasta davvero profondamente colpita. Durante la testimonianza lo ha chiamato tra il pubblico e lo ha invitato vicino a lui. L'uomo si è avvicinato tenendo in braccio un bambino sorridente e spensierato. In quel momento mi sono commossa perché ho capito che grazie a quel gesto umano e coraggioso ha potuto dare speranza non solo a quell'uomo ma anche a tutti noi. Negli occhi di quel bambino felice ho visto il senso della solidarietà e dell'amore per il prossimo.

Voglio ringraziare chi mi ha dato l'opportunità di vivere questa esperienza e i miei compagni di viaggio che hanno reso tutto indimenticabile e che sicuramente come me sono tornati cambiati e porteranno nel loro cuore il senso dell'accoglienza e dell'uguaglianza.

Nella notte del 3 Ottobre c’è stato un momento tanto meraviglioso quanto straziante: alle 3:15, l’ora stimata del naufragio, in una piazzetta di Lampedusa, in mezzo a un silenzio irreale, una voce ha letto i nomi di tutte le vittime, mentre gli studenti del Liceo Marconi di Pesaro si sono curati della coreografia, che è risultata davvero emozionante.

Nella giornata conclusiva, dopo una marcia verso la Porta d’Europa, si è tenuta una cerimonia in mare con la deposizione di una corona di fiori sul luogo del naufragio, alla presenza dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime. 

Questi quattro giorni ci hanno realmente trasformati e non vediamo l’ora di portare un po’ di questa intensità a chi non c’era, attraverso le uniche modalità di cui disponiamo: informarci e raccontare.

Si è ulteriormente consolidato il legame con gli alunni e le docenti dell’Istituto Capellini-Sauro di La Spezia, con cui stiamo già progettando le attività per la settimana di Storie Sconfinate nell’aprile 2023.

Concludiamo con le parole di Tareke Brhane, fondatore e presidente del Comitato 3 ottobre:

“Oggi ricordiamo le oltre 23mila persone morte in mare nel tentativo di raggiungere l'Europa; oggi ricordiamo i parenti e gli amici di chi è morto cercando di fuggire da guerre, violenze o povertà; oggi ricordiamo tutte quelle persone nate invisibili e morte invisibili di fronte all'Europa; oggi, ancora una volta e per sempre, chiediamo che questo non avvenga più, chiediamo corridoi umanitari, chiediamo operazioni di soccorso, chiediamo di trattare ogni persona con la stessa cura e umanità.”

L’impegno di chi ha partecipato a questa esperienza è quello di favorire una cultura dell’accoglienza, della solidarietà, per contrastare intolleranza, razzismo e discriminazione, come nel bellissimo slogan ideato dal Comitato 3 Ottobre: “Protect people, not borders”. Proteggiamo le persone, non i confini.

Francesco Robbiano
Veronica Fucci
Viola Strigini

5 Ottobre 2022


Storie sconfinate Lampedusa 2022

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